Si presenta la monografia su Giuseppe B. Bison


Il quattordicesimo volume della Collana d’Arte della Fondazione CRTrieste, dedicato al pittore Giuseppe Bernardino Bison, viene presentato oggi alle ore 17.00 nell’auditorium del Museo Revoltella.
Nato a Palmanova nel 1762, Giuseppe Bernardino Bison si forma a Venezia, dove soggiorna per più di trent’anni. Fra le lagune si distingue soprattutto come abile collaboratore di più affermati pittori, attivi nelle decorazioni ad affresco. Poco dopo la caduta della Serenissima Repubblica, nel 1802, decide di trasferirsi a Trieste, il nuovo emporio commerciale sostenuto dalla casa d’Asburgo. >>>

Nella città giuliana, pur proseguendo la sua attività di decoratore, Bison s’impone soprattutto nell’esecuzione di piccole tempere - vedute, paesaggi e capricci - di stampo settecentesco, più affini al gusto borghese dei nuovi committenti. A guisa di ponte tra la decaduta civiltà veneziana e il “mondo novo”, egli incarna nella Trieste neoclassica l’anima coloritrice del Settecento veneziano, proiettandovi gli ultimi bagliori di quell’irripetibile stagione artistica. Spinto forse dal desiderio di agevolare la carriera del figlio Giuseppe, anch’egli pittore, decide nel 1831, quasi settantenne, per il trasferimento a Milano, dove muore nel 1844.
I Musei civici di Storia ed Arte conservano al Museo Sartorio, numerose e importanti opere di Bison, tra cui due sovrapporte a tempera nella sala da pranzo del primo piano.
A illustrare il volume una storica dell’arte di grande prestigio, Anna Ottani Cavina, Direttore della Fondazione Federico Zeri – Università di Bologna.
Interverranno inoltre Renzo Piccini, Vicepresidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione CRTrieste; Maria Masau Dan, Direttore del Museo Revoltella e dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste; Giuseppe Pavanello, curatore della Collana d’Arte della Fondazione CRTrieste e co-autore del libro assieme ad Alberto Craievich e Daniele D’Anza.

Il volume s’innesta sul filone avviato e sperimentato delle monografie che la Collana d’Arte della Fondazione, ideale continuazione di quella edita dalla Cassa di Risparmio, ha pubblicato negli ultimi anni, rendendo omaggio ad alcuni tra i più significativi protagonisti del Novecento triestino: Guido Sambo, Bruno Croatto, Adolfo Levier, Giorgio Carmelich, Gino Parin, Glauco Cambon, Vito Timmel, Giuseppe Barison e Eugenio Scomparini, Arturo Rietti, Arturo Nathan, Vittorio Bolaffio e Giuseppe Tominz. Tutti nomi che fanno parte di quella generazione di artisti dallo straordinario talento che si è formata nella Trieste a cavallo tra Otto e Novecento e che testimoniano la vivacità artistica di un periodo peculiare nella storia culturale cittadina.


 

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