Museo della Guerra per la Pace "Diego de Henriquez"

Quello che il 28 luglio 2014 è stato inaugurato negli edifici n. 3 e 4 del comprensorio dell'ex Caserma "Duca delle Puglie" di via C. Cumano 22-24 (qui la documentazione fornita alla stampa in quell'occasione) è il primo segmento del complessivo "Civico Museo della guerra per la pace "Diego de Henriquez" che sarà portato a compimento dopo il risanamento - di prossima realizzazione - di due ulteriori grandi fabbricati all'interno dello stesso complesso che ospita anche il Museo Civico di Storia Naturale.
Sta pertanto concretizzandosi l'ideale di Diego de Henriquez di indicare con forza la strada per un approccio globale al tema della "guerra", volto al superamento del concetto stesso di conflitto in nome di una consapevole tensione umanitaria verso la pace.
Non un Museo "di guerra" comunemente inteso, ma il Museo della società del Novecento in conflitto con i propri demoni e i propri orrori, nel lungo e contrastato cammino verso un'agognata pace duratura.

LA VISITA AL MUSEO
Il percorso espositivo attualmente visitabile è stato ideato prendendo spunto dal centesimo anniversario dello scoppio della Grande guerra celebrato nel 2014.
Lasciato l'ingresso, dove due prove su piastra metallica di fine Ottocento anticipano i temi dell'atrocità della guerra e degli sforzi tecnologici da sempre profusi dall'uomo nell'attività bellica, il pianoterra del grande hangar 3 introduce il visitatore nell'esposizione permanente dal titolo "1914-1918 IL FUNERALE DELLA PACE", dedicata alla storia del Primo conflitto mondiale.
Attribuita larga parte dello spazio alle grandi bocche da fuoco e ai mezzi ruotati relativi al periodo e corredati da testi esplicativi, essa si articola in diverse sezioni contrassegnate da numeri progressivi seguendo i quali le persone sono accompagnate a conoscere e ad approfondire i più importanti temi della contesa anche con l'impiego di soluzioni infografiche.
La prima sezione, che riprende il titolo dell'intera esposizione, è dedicata all'attentato di Sarajevo e al corteo funebre che accompagnò le salme di Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria-Ungheria, e della consorte Sofia Chotek lungo le vie di Trieste da piazza Grande alla stazione Meridionale.
Andando a sinistra, dopo l'approfondimento del "Mondo in guerra" della sezione 2, si ritorna sui propri passi per percorrere - a destra dell'accesso all'hangar - l'interessante settore 3 dedicato alla "Propaganda" dove catalizzano l'attenzione interessanti manifesti policromi nonché una giacca appartenuta all'impertore Francesco Giuseppe.
Di seguito si articola l'ampio settore 4 riguardante "La trincea" in cui sono analizzati armi, attrezzature e strumenti utilizzati dai soldati in questo particolare tipo di guerra di posizione, che contraddistinse marcatamente il Primo conflitto mondiale.
Anche qui, come nel resto della mostra, ingrandimenti di immagini di forte impatto emotivo integrano i numerosi argomenti trattati ("L'assalto", "Gas", "Vita di trincea", "Lettere dal fronte", "Le ferite della guerra", "Soldati") sui pannelli che scandiscono il percorso.
Attraversato trasversalmente l'hangar in direzione della parete vetrata, all'altezza dell'autoblinda italiana Ansaldo-Fiat 1ZM dalla torretta tricolore, inizia la sezione 5 che invita a riflettere sul focale argomento della "Guerra industriale" e in particolare sull'inevitabile incremento e intensificazione della produzione dell'industria bellica negli anni di guerra.
Il comparto 6 illustra una delle pagine più tristi della storia italiana e precisamente la disfatta di Caporetto del 24 ottobre 1917 e tutto ciò che ne conseguì: qui una delle quattro postazioni video distribuite lungo il percorso partecipa al visitatore - per mezzo di filmati d'epoca - la tragicità di quell'evento nonché la desolazione e lo smarrimento dei soldati italiani.
La visita al pianterreno termina con la sezione 7, "L'ultimo fronte" dove sono raccontate le fasi finali del conflitto fino alla battaglia di Vittorio Veneto, alla conquista - da parte italiana - delle città di Trento e Trieste e all'armistizio di Villa Giusti..
Una porta che si apre su una parete dai forti colori simboleggianti l'armonia tra i popoli dirige al piano superiore dove continuano i settori numerati progressivamente. Il numero 8 apre un'interessante parentesi su "1914-1918 Trieste in guerra" suddivisa in diverse sottosezioni che delineano la storia e le sorti della città dal periodo immediatamente precedente alla conflagrazione fino alla fine della guerra: "1913 ultimo anno di pace", "1914 26 luglio", "1915 23 maggio", "Vita di guerra", "1918 3 novembre".

Le sezioni successive, 9, 10, 11 e 12 articolate in temi di grande interesse, costituiscono un'anticipazione di quanto, in maniera più esauriente ed estesa oltre all'ambito locale, verrà trattato - assieme a numerosi altri argomenti - nell'apparato espositivo dei due hangar di prossima riqualificazione. Si tratta di "Trieste in camicia nera", "1939-1945 Trieste in guerra", "Dal Governo militare alleato all'Italia", "De Henriquez e il suo Museo". Quest'ultima sezione mette a fuoco tre periodi importanti della vita di Diego de Henriquez, inscindibili dalla sua attività di collezionista: quello giovanile dalla nascita (Trieste 20 febbraio 1909) all'impiego presso la Società Adriatica di Navigazione, quello successivo dal richiamo alle armi - nel 1941 - presso il XXV Settore di Copertura Timavo a San Pietro del Carso all'amministrazione di Trieste da parte del Governo Militare Alleato passando attraverso l'8 settembre 1943 e le trattative di resa dei tedeschi agli inizi di maggio del 1945 e il terzo "Dal dopoguerra ad oggi" che si chiude con la tragica morte di de Henriquez (Trieste 2 maggio 1974) e il conseguente destino delle collezioni fino ai giorni nostri.
Un lungo pannello che racconta concisamente "Il secolo di guerra", mettendo in evidenza i conflitti più significativi dal 1894 al 2014, guida all'ultima sala destinata alle esposizioni temporanee dove, entro l'autunno 2014, sarà inaugurata la mostra "La guerra come gioco".

Dove:
Via C. Cumano 22 – 34139 Trieste
Contatti:
museodehenriquez@comune.trieste.it
Telefono: 040 675 4699
serviziodidattico@comune.trieste,it
Come:
autobus 18 (nei festivi sostituito dalla linea 5)
Orari e biglietti: informazioni aggiornate qui







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