Ogni domenica lezione di storia al Teatro Verdi





Si intitola “I Giorni di Trieste”, la serie di “lezioni di storia” che, a partire dal 27 ottobre, si tiene la domenica mattina, alle 11, al Teatro Verdi (non al Ridotto, visto il successo del primo appuntamento)
. Nove appuntamenti, fino al 23 febbraio, promossi dal Comune in collaborazione col Piccolo e organizzati da Laterza con il sostegno economico di AcegasAps, protagonisti altrettanti storici di punta, che hanno accettato di accompagnare il pubblico dalla colonia romana di “Tergeste” alla restituzione della città all’Italia nel 1954, attraversando in una lunga cavalcata il Medioevo, l’era napoleonica, l’irrendentismo, la prima guerra mondiale, la Finis Austriae, l’incendio del Narodni dom e la città contesa nel 1945.

PROGRAMMA

27 ottobre 2013 - GIUSTO TRAINA
LA CITTÀ ANTICA - Tergeste: la colonia romana
Fu Fabio Severo, giovane senatore di Tergeste, a promuovere il prestigio della sua città durante il principato di Antonino Pio (138-161 d.C.). La colonia esisteva già da circa due secoli, ma le tribù locali dei Carni e dei Catali non godevano degli stessi diritti degli altri cittadini, e Severo si impegnò con successo per favorirne l’integrazione sociale. Tergeste, la colonia romana, seppe da allora incarnare gli aspetti economici, sociali e religiosi del processo di romanizzazione del Mediterraneo. Giusto Traina insegna Storia romana all'Università di Paris-Sorbonne.
Introduce Alessandro Mezzena Lona

3 novembre 2013 – PAOLO CAMMAROSANO
LA CITTÀ MEDIEVALE - 1382: la dedizione di Trieste all'Austria

Il Trecento fu un secolo decisivo per la storia di Trieste. Aperto nel segno della autonomia comunale, nel 1313 vide la repressione nel sangue di un tentativo di instaurare una signoria personale; repressione che segnò una accelerazione in direzione oligarchica del governo della città. Nel 1370 l'esperienza di una diretta signoria veneziana non sembrò garantire margini all'autonomia cittadina. Il duca d'Austria apparve invece il signore che meglio avrebbe consentito un governo autonomo. Fu questa la scelta di dedizione che Trieste fece nell'agosto 1382.
Paolo Cammarosano insegna Storia medievale all'Università di Trieste.
Introduce Arianna Boria

17 novembre 2013 – LUIGI MASCILLI MIGLIORINI
LA CITTÀ NAPOLEONICA - 1797: Napoleone conquista Trieste
Due mondi, due tempi si incrociano a Trieste quando le alchimie della diplomazia, che a Campoformio indossano le vesti nuove dei sogni di rivoluzione e di libertà, consegnano al porto dell'Impero asburgico l'eredità di Venezia. La tradizione sembra, per un momento, avere il sopravvento, soffocando le aspettative di cambiamento che avevano agitato la città all’indomani dell’Ottantanove, ma la modernità si prende presto la rivincita con il decollo della prosperità commerciale e di una originale vitalità culturale. Anni, questi, napoleonici in senso improprio, che, tuttavia, soffiano in una città di frontiera in maniera più vigorosa che altrove.
Luigi Mascilli Migliorini insegna Storia moderna all’Università di Napoli L’Orientale.
Introduce Pietro Spirito

1 dicembre 2013 – SIMONA COLARIZI
LA CITTÀ DELL’IRREDENTISMO - 1882: l’impiccagione di Guglielmo Oberdan
Il 20 dicembre 1882 Guglielmo Oberdan fu impiccato nel cortile interno della caserma di Trieste. Per gli austriaci era un traditore che aveva attentato alla vita dell’Imperatore; per gli italiani era un patriota ‘morto santamente per l'Italia’. Un eroe, dunque, un martire che indicava il compimento del Risorgimento nazionale nella Grande guerra del '15-'18, non a caso designata come la quarta guerra di indipendenza per la liberazione di tutte le terre ancora “irredente”. Tra queste anche Trieste che aveva atteso con impazienza, secondo una interpretazione messa in discussione, la sua “redenzione”.
Simona Colarizi insegna Storia contemporanea all’Università di Roma La Sapienza.
Introduce Fabio Amodeo

15 dicembre 2013 - MARIO ISNENGHI
LA CITTÀ IN GUERRA - 1914: “Trieste deve tornare all’Italia”
Trieste deve ‘tornare’ all’Italia: questo, prima e dopo il ‘ ’15- ’18’, hanno pensato generazioni di italiani. La buona fede non è però garanzia di veridicità. Trieste incarna allo stesso tempo la ‘realtà’ e il ‘mito’, e la città sognata non era meno vera della città effettiva. Da centinaia di anni il suo territorio faceva parte dell’Impero, ma non lo si voleva riconoscere; e neppure si sapeva quanti sloveni, tedeschi, ebrei, croati, ungheresi lo abitavano. Si voleva credere che tutti fossero sempre stati irredentisti, animati da un solo anelito, da un unanime assenso a far diventare la città il simbolo di una guerra benedetta e voluta.
Mario Isnenghi ha insegnato Storia contemporanea nelle Università di Padova, Torino e Venezia.
Introduce Claudio Ernè

12 gennaio 2014 – QUIRINO PRINCIPE
LA CITTÀ DELLA CULTURA - 1918: Finis Austriae
Gli anni Venti rappresentano l'epoca delle maggiori e più destabilizzanti novità apparse in Europa nel Novecento. Il 1918 ne è la porta d'ingresso. Per Trieste si presentano tante nuove realtà: la fine di un lungo dominio soltanto in parte sentito come "straniero", l'annessione a uno Stato italiano per la prima volta esistente nella storia, una vocazione internazionale "capovolta" per cui ciò che prima era il "dentro" diviene il "fuori" e viceversa. Crescono intelligenze nuove nel campo della psicoanalisi, della musica, della letteratura. La 'finis Austriae' è, in germe, la nascita del mito absburgico, paradigma di una legge dello spirito: la grandezza deve morire, per poter vivere.
Quirino Principe ha insegnato Storia della musica all'Università di Trieste, attualmente insegna Filosofia della musica all'Università di Roma Tre.
Introduce Alessandro Mezzena Lona

26 gennaio 2014 – MARTA VERGINELLA
LA CITTÀ DELLE NAZIONALITÀ - 1920: l’incendio del Narodni dom
Un clima di contrapposizione tra le nazionalità si instaura a Trieste nella seconda metà dell’Ottocento: lo schieramento italiano ha il primato politico mentre quello sloveno sconta una condizione di subalternità ed esclusione dai centri di potere. La fine della prima guerra mondiale, con la dissoluzione dell’Impero asburgico e l’inclusione di Trieste nel Regno d’Italia, muta radicalmente la natura del conflitto tra italiani e sloveni. Nel 1920 l’incendio del Narodni dom pone fine all’ascesa economica e sociale della popolazione slovena e allontana ogni possibilità di sovvertire i rapporti di forza tra nazione dominata e nazione dominante.
Marta Verginella insegna Storia dell’Ottocento e Teoria della storia all’Università di Lubiana.
Introduce Alessandro Mezzena Lona

9 febbraio 2014 – RAOUL PUPO
LA CITTÀ IN BILICO - 1945: la corsa per Trieste
La corsa per Trieste si conclude fra insurrezioni, occupazioni, mobilitazione delle masse e arresti, deportazioni e stragi, mentre la prima crisi internazionale del dopoguerra agita le due sponde dell’Atlantico. Tanti sono i tasselli che formano un quadro complesso, e sullo sfondo stanno i soggetti forti: i tedeschi, il movimento di liberazione sloveno, gli angloamericani; ma anche i soggetti deboli come gli italiani, di volta in volta fascisti, collaborazionisti, antifascisti del CLN o comunisti. Tanti sono i fili che si intrecciano nel 1945 e rischiano di ingabbiare il passato in una rete di stereotipi.
Raoul Pupo insegna Storia contemporanea all’Università di Trieste.
Introduce Pietro Spirito

23 febbraio 2014 – ANDREA GRAZIOSI
LA CITTÀ CONTESA - 1954: la restituzione di Trieste
Nel 1954 Trieste ritorna all’Italia. È l’unica delle città contese del “Medio oriente” europeo a non passare di mano, come succede invece a Leopoli, polacca, ebraica e ucraina, divenuta ucraina e russa, a Vilnjus, polacca e ebraica e poi lituana e russa, ma anche ai centri ungheresi della Transilvania, a quelli tedeschi del Baltico, o a quelli armeni e greci della nuova Turchia. Passaggi che hanno coinciso con alcune delle tragedie del XX secolo e che hanno visto il comunismo sostenere le teorie nazionalistiche. La seconda guerra mondiale e la guerra fredda hanno inciso sui destini di queste città, e in particolare su quelli di Trieste che riesce invece a restare italiana. Ma a che prezzo?
Andrea Graziosi insegna Storia contemporanea all'Università di Napoli "Federico II"
Introduce Arianna Boria

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