Aperto il Museo della civiltà istriana fiumana dalmata


Il Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata, inaugurato il 27 giugno 2015, dopo molti anni di attesa, è stato realizzato congiuntamente dal Comune di Trieste e dall’Istituto Regionale per la Cultura Istriana, Fiumana e Dalmata (IRCI) a cura dei Civici Musei di Storia ed Arte, istituzione destinata a gestirlo in futuro.
Si trova a Trieste (via Torino, 1) perché questa città è la capitale dell’esodo dei giuliano-dalmati, l’evento che ha visto la maggior parte della popolazione di lingua e sentimenti italiani costretta ad abbandonare, dopo la seconda guerra mondiale, le proprie terre di insediamento storico rimaste fuori dai confini d’Italia. Quella catastrofe umana ha messo a rischio di sparizione anche la memoria comunitaria e il ricordo di una tradizione costitutiva della civiltà dell’Alto Adriatico: la tradizione di matrice latina, romanza, veneziana e italiana.
Il Museo vuole quindi presentare ai suoi visitatori i tratti essenziali di tale lunga continuità culturale: in questo modo si propone di contribuire alla costruzione di un’immagine completa della civiltà sviluppatasi nell’Adriatico orientale nel corso di più di due millenni.
Il Museo è stato voluto dalla Regione Friuli Venezia Giulia come punto di riferimento per la memoria degli Italiani dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, in sinergia con altre sedi museali esistenti in Italia. In particolare, questo Museo è dedicato principalmente all’Istria. Per approfondire le vicende di Fiume e della Dalmazia si rimanda rispettivamente al Museo Storico di Fiume in Roma e alla Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone a Venezia.
Il Museo si propone anche come porta d’ingresso all’Istria di oggi, dove esistono ancora piccole comunità italiane, con le loro istituzioni culturali che merita conoscere.
Infine, il Museo è aperto al dialogo con le istituzioni museali delle Repubbliche di Slovenia e di Croazia. Infatti, solo dalla combinazione dei punti di vista e dalla collaborazione internazionale può emergere l’immagine complessiva di una realtà plurale come quella istriana. Le collezioni e installazioni del Museo propongono pertanto i caratteri fondamentali della cultura istriana, fiumana e dalmata di lingua italiana, nelle sue varie dimensioni: dalle espressioni artistiche più elevate, alle tradizioni popolari, alla cultura materiale.


IL PERCORSO DEL MUSEO
Il Museo si articola in 11 sale tematiche. Gli oggetti e le opere d’arte esposte provengono dalle raccolte dell’IRCI, in particolare dalle masserizie degli esuli conservate nel Magazzino 18 del Porto Vecchio di Trieste, e dalle collezioni del Civico Museo Revoltella e dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste. Larga parte hanno i contenuti multimediali: video e documentari realizzati appositamente per il Museo, filmati storici provenienti da diversi archivi, touch screen con approfondimenti e nuovi contenuti.
Le sale sono illustrate da un ricco apparato fotografico per cui si è attinto ai principali archivi di natura sia pubblica che privata. Al piano terra ci sono, oltre allo spazio biglietteria e bookshop, anche uno spazio di consultazione multimediale, una sala conferenze e una sala mostre.

Si inizia la visita al secondo piano

Sala 1 | Introduzione storica e sezione archeologica
Nella saletta video il visitatore può vedere quattro filmati introduttivi storici.
Una linea del tempo riassume la storia dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia. Ciascuna voce della linea del tempo si può approfondire con le schede monografiche contenute in un touch screen.
Una grande sagoma dell’Istria fa da copertura sia alla saletta video che alla sezione archeologica, dove sono esposti preziosi reperti di provenienza istriana e dalmata dalle raccolte del Civico Museo di Storia ed Arte di Trieste, fra cui la “capretta istriana”, bronzetto di produzione greca proveniente da Pirano (fine V-inizio IV sec. a.C.) e raffigurante un capro, simbolo della regione.

Sala 2 | Le tradizioni

Alcuni elementi simbolici vogliono rappresentare l’universo umano dell' Istria: frammenti di memoria per ricostruire un mondo passato attraverso i temi della religiosità, del costume, della socialità, della musica popolare. Tra i pezzi esposti, arte sacra popolare dal Magazzino 18 (letti in ferro dipinto, immagini sacre), un costume femminile dalmata, gioielli da Dignano d’Istria (una preziosa collezione di spille e spilloni usati a ornamento del capo corredata dalle istruzioni per la corretta collocazione tra i capelli), uno strumento musicale (il “bassetto”). Ma anche un armadio a due ante rimasto abbandonato nel Magazzino 18 che ora contiene capi di biancheria portati dalle donne che hanno dovuto lasciare quella terra. Una sala dal carattere evocativo, completata da fotografie d'epoca che mostrano momenti di vita sociale feste e processioni. Tra queste anche la documentazione di una storica rappresentazione teatrale, le "Nozze istriane" di Antonio Smareglia, compositore nato a Pola nel 1854. L'opera fu rappresentata per la prima volta a Trieste nel 1895 ed ebbe grande successo qui e altrove.


Sala 3 | Le acque
Qui si racconta dell’acqua, della sua abbondanza e della sua mancanza, del forte legame tra gli abitanti di queste terre e tale elemento. Il mare, la pesca, gli squeri, le imbarcazioni, le saline, il rifornimento idrico, il turismo sono i temi trattati in questa sala che si distribuiscono lungo un perimetro di teche tematiche, con oggetti, libri, manoscritti, filmati storici e una ricca galleria fotografica in cui si rivedono momenti di vita sul mare e sul litorale, scene di duro lavoro ma anche di svago.


Sala 4 | La terra
Una passerella in assi di legno ci fa percorrere un viaggio attraverso una ricca raccolta di oggetti legati alla terra: dalla fienagione all’apicoltura, dall’aratura alla produzione del vino. I reperti sono adagiati sulla terra rossa istriana. Una postazione video con filmati d’archivio e le fotografie storiche documenta il mondo contadino e il paesaggio della campagne prima della seconda guerra mondiale. Attrezzi e informazioni raccolti per decenni da uno studioso di storia dell'agricoltura, Roberto Starec.


Sala 5 | Fabbriche e botteghe
Sulle attività economiche dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia tra Otto e primo Novecento non è affatto facile reperire materiali da esposizione. Sono particolarmente preziosi, pertanto, gli oggetti superstiti della farmacia Marcolini di Capodistria e quelli dell'oreficeria Fabbro di Pirano portati in Italia dai rispettivi proprietari, che furono anch'essi esuli nel secondo dopoguerra.


Sala 6 | La scuola
La sala, che illustra il sistema scolastico in Istria, Fiume e Dalmazia, è allestita come una “classe” dove la cattedra e i nove banchi sono teche che contengono libri, quaderni e altri oggetti legati al mondo della scuola e provenienti dal Magazzino 18. Qui infatti sono conservati interi scaffali di materiale scolastico portato dagli esuli e poi abbandonato. Uno spazio di approfondimento è dedicato al tema della lingua e a quello dell’associazionismo.



terzo piano

Sala 7 | Sguardi e voci. Viaggio in Istria, Fiume e Dalmazia
Un viaggio ideale da Muggia alle Bocche di Cattaro attraverso la letteratura, l’arte, la musica, la fotografia: qui si incontra una galleria di personaggi illustri, arricchita da citazioni letterarie, da fotografie d’epoca provenienti da vari archivi, libri, musica, dipinti e sculture. La sezione non esaurisce certo la straordinaria ricchezza culturale del mondo istriano, fiumano e dalmata, ma costituisce una prima selezione che meriterà ulteriori approfondimenti.
E'una sorta di passeggiata tra i "monumenti" della letteratura, della storiografia, dell'archeologia, della scienza. Si incontrano figure importanti vissute tra '800 e '900 come Giuseppe Caprin, Pietro Kandler, Pietro Sticotti, Bartolomeo Biasoletto, Nicolò Tommaseo, Pier Antonio Quarantotti Gambini. Non mancano i pittori con le figure di Bartolomeo Gianelli, Dino Predonzani, Giuseppe Campitelli, Enrico Fonda, Ladislao de Gauss, Anita Antoniazzo, Vittorio Cocever, ecc. I brani offerti in lettura ai visitatori sono scelti tra i passi più interessanti scritti da autori istriani in omaggio alla loro terra. Questa sezione si avvale anche dei più grandi fotografi attivi in Istria tra la fine del secolo XIX e la seconda guerra mondiale, con immagini di straordinaria suggestione.


Sala 8 | Sala della rottura. Il racconto dei testimoni
Alla fine del viaggio nella cultura, una parete obliqua conduce a un passaggio obbligato verso una stanza buia dove una videoproiezione racconta il dramma della seconda guerra mondiale e del dopoguerra con una serie di testimonianze dell’epoca su le foibe in Istria, i bombardamenti di Zara, il maggio 1945 a Fiume, lo sciopero di Capodistria, la strage di Vergarolla, le uccisioni di don Bonifacio e don Bulešić.


Sala 9 | L’esodo.Via dalla propria terra
Fuori dalla “stanza buia” si percorre un passaggio stretto, quasi un corridoio, chiuso su un lato da bauli, valigie e pacchi: vuole simbolicamente rappresentare l'abbandono dell'Istria, Fiume e la Dalmazia, con i carri, sulle navi, a piedi. Tutto quello che abbiamo visto finora nel percorso del museo appartiene al passato, la vita deve spostarsi altrove.Un monitor trasmette filmati d’epoca che raccontano l’esodo di centinaia di migliaia di persone.


Sala 10 | L’esilio
Immagini, parole, oggetti dell’esilio, la conseguenza dell'esodo. Frammenti di memoria, lampi di solidarietà, esperienze di rifiuto. Cose salvate, cose perdute. Vite spezzate, nuove esistenze di donne, uomini e bambini strappati dalle loro case e gettati nel mondo, come milioni di loro fratelli, allora e ancor oggi.
Ingrandimenti fotografici del Magazzino18 e di masserizie degli esuli creano un effetto straniante; sul soffitto nero gli impianti sono a vista, pendono fili e lampadine in un contesto precario e provvisorio come i primi luoghi che accolsero gli esuli. Al centro della sala un cubo contiene una specchiera scelta come oggetto simbolico di tutte le masserizie e di tutte le migliaia di storie dell’esodo.


piano terra

Sala 11 | La cucina. Mangiare memoria
Al piano terra la visita si conclude nella sala dedicata alla cucina istriana, cucina intesa come luogo fisico e come luogo virtuale, l’insieme cioè di ricette e tradizioni della tavola. Una cappa e un focolare originali, un tavolo, una credenza, oggetti e quaderni, tutti provenienti dal Magazzino 18, ricreano l’atmosfera calda e accogliente della tradizionale cucina istriana rurale. Il tema è ancora una volta quello della memoria, una memoria legata, in questo caso, ai sapori e ai profumi, che fortunatamente si possono ricreare in ogni parte del mondo riconducendo ai luoghi d’origine chi li percepisce, per quanto lontano egli sia.



Completamento della visita al Museo Sartorio
Usciti dal museo, con lo stesso biglietto d'ingresso si può raggiungere il vicino Museo Sartorio e vedere una preziosa collezione di opere d’arte antica provenienti dall'Istria che include opere di grandi maestri dell'arte veneta dal Trecento al Settecento come Paolo Veneziano (nella foto), Alvise Vivarini, Vittore e Benedetto Carpaccio, Giambattista Tiepolo, ecc. Si tratta di quindici dipinti e sei sculture prelevati dal territorio istriano per ragioni di conservazione durante la seconda guerra mondiale e trasportati prima in Friuli e poi, dal 1948, a Roma.
Collocati in origine nelle chiese e in alcuni palazzi di Pirano, Portorose, Cittanova e Capodistria, già all'inizio del secolo erano stati trasferiti in altre sedi. Per volontà del Ministero per i Beni Culturali sono stati sottoposti a un accurato restauro e dal 2006 sono esposti nel Museo Sartorio. Alla fine del 2013 l'allestimento è stato rinnovato in quattro sale del piano terra del Museo Sartorio.


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