Tutto quello che avreste voluto sapere sulla mummia (e non è stato scritto)

Nota di Maria Masau Dan, direttrice dei Civici Musei di Storia ed Arte

Ad aprire lo "scontro" sulla mummia dei Musei civici di storia ed arte di Trieste non sono stata io, come riporta oggi erroneamente il quotidiano "Il Piccolo".
La questione è stata sollevata dalle dichiarazioni dell'onorevole del Partito Democratico Simonetta Rubinato che ha reso pubblica con commenti offensivi la nostra risposta negativa alla richiesta di prestito di una mummia egiziana di proprietà dei Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste alla mostra "Real bodies" organizzata a Jesolo. I motivi per cui ho ritenuto di non dare parere favorevole al prestito sono diversi:
- la forma inadeguata con cui è stata presentata la domanda (a me è giunta solo la copia di una breve email spedita alla Soprintendenza archeologica del Friuli Venezia Giulia con cui si chiedeva disinvoltamente "una delle tre mummie con relativo sarcofago presenti nel museo");
- in secondo luogo l'assenza di documentazione sulla mostra e sulla sede;
- il ritardo nella presentazione della domanda (le richieste di prestito devono pervenire per disposizione del Ministero dei beni culturali almeno quattro mesi prima della mostra).
- l'assurdità di spostare dalla loro sede i reperti più preziosi di un museo. (come dimostra anche il rifiuto di mandare i bronzi di Riace all'Expo),
L'articolo che ha aperto i fuochi, il 20 novembre, dava un'interpretazione di parte della faccenda, senza minimamente tenere conto delle ragioni fondate e motivate per cui i Musei civici di storia ed arte non ritengono di aderire alla richiesta, ma evidenziando solo l'aspetto politico della faccenda, come se fosse normale e giusto trattare il problema nell'ambito di un partito, e la rinuncia a partecipare facesse perdere a Trieste un'opportunità straordinaria.


Al giornalista che mi ha chiamato il giorno dopo ho cercato di spiegare che tra le varie ragioni c'era anche il fatto che la mostra fosse prodotta da un soggetto privato. Ha poca importanza se siano gli albergatori (che devono prendersela con l'autore dell'articolo più che con me, per il titolo a effetto che è stato scelto solo per aumentare la polemica) o altre categorie economiche. Non si devono fare prestiti a soggetti che agiscono prevalentemente a scopo di lucro. E'un principio fondamentale nella tutela del patrimonio pubblico.
L' insistenza degli organizzatori sul numero dei visitatori che la mostra sarà capace di attrarre, come se questo fosse un elemento decisivo per certificare la bontà dell'operazione, è stata un'altra ragione di forte perplessità, così come la contropartita offerta, cioè il "dirottamento" di visitatori da Jesolo a Trieste, mi è parsa proprio una presa in giro. Non è da oggi che lavoro nei musei e queste promesse mi sembrano davvero un'offesa non solo a me, ma all'intelligenza dei triestini!

Di sicuro il mix di interessi imprenditoriali e politica, assieme alla necessità di riempire le pagine dei giornali di qualcosa di diverso dal solito, ha dato a questa vicenda una dimensione che non si può non definire "ridicola".
Ma i soggetti coinvolti non se ne rendono conto, e si prendono così sul serio da avere ingaggiato sulla mummia un combattimento senza quartiere, una crociata contro il male della burocrazia, contro l'ottusità di chi non capisce l'importanza dei "corpi plastinati" per la cultura mondiale... Erano così certi che nulla avrebbe ostacolato il loro progetto da avere già predisposto l'allestimento: questa sì è una buona organizzazione! E poi, dal punto di vista promozionale, l'avere identificato un nemico è davvero una manna, la "burocrate" dei musei, che, con la sua incompetenza, fa loro pubblicità gratuita e dimostra al mondo che nelle istituzioni culturali alligna il male assoluto!


L'ironia è l'unico registro possibile di fronte a una faccenda come questa, che non può essere analizzata seriamente e che, più va avanti, più mette a nudo le contraddizioni e i luoghi comuni di un mondo (e non mi riferisco solo a questa mostra, ma al sistema delle mostre in genere) che si regge sull'ipocrisia, sulla propaganda più rudimentale, sulla mancanza di una vera critica da parte dei media e sulla predisposizione di una certa parte del pubblico a farsi abbindolare.

Come si può prendere sul serio un soggetto che, in un primo momento, chiede una delle tre mummie a caso, senza nemmeno identificare il reperto di suo interesse, e ora mi corregge sulla datazione, precisando che la prescelta è quella che ha solo (!) 2000 anni, ma non aggiunge che il sarcofago col quale dovrebbe viaggiare è di una sacerdotessa della XXI dinastia cioè di 10 secoli prima di Cristo, che fa 3000...
Come si può prendere sul serio chi non ha mai mandato neppure una lettera, poi si arrabbia perchè non ci stiamo a fare le cose in questo modo, e adesso dichiara di avere la disponibilità di Firenze, Parma, Asti e New York?
Complimenti e auguri di tanto successo!

Maria Masau Dan

*****

Se qualche lettore, arrivato fin qui, ha ancora voglia di leggere, trova la lettera di risposta all'articolo di ieri, sabato 22 novembre, inviata ieri al quotidiano "Il Piccolo" e non ancora pubblicata:


Trieste, 22 novembre 2014
Al direttore del quotidiano “Il Piccolo”
Egregio Direttore,
da tre giorni il Suo giornale dedica molto spazio alla questione del prestito della mummia egiziana dei Civici Musei di Storia ed Arte negato a una mostra in preparazione a Jesolo. Mio malgrado mi sono vista trascinare in una polemica piuttosto sgradevole e dannosa per l'immagine dei musei civici. Inoltre il mio pensiero non ha potuto esprimersi compiutamente e proprio l'incompletezza delle dichiarazioni ha incentivato la polemica.
Le chiedo, pertanto, di voler pubblicare, possibilmente in versione integrale e in forma di lettera, questa mia replica, che spero chiarisca le ragioni di una decisione che non ha, e non può avere, alcuna valenza politica.
Ringrazio per l'attenzione e saluto cordialmente
Maria Masau Dan

***
Se la mostra "Real bodies" ha ottenuto tanto successo di pubblico da fare prevedere che anche quest'anno raggiungerà gli stessi strepitosi risultati, che bisogno c'è di esporre anche la mummia dei Musei civici di Trieste? Francamente il senso della polemica montata dagli organizzatori della mostra di Jesolo sul diniego al prestito mi è incomprensibile.
Non posso credere che la società "Aquarium&Reptilarium" abbia pensato di fare beneficenza ai musei di Trieste, che, con buona pace di Alessandro Cecchi Paone, impegnato in un confronto improprio fra i numeri della sua mostra e quelli delle nostre strutture, fanno ottimi risultati rispetto alla media dei musei italiani e, in relazione ai flussi turistici della città, sono tra le prime attrazioni in tutte le classifiche. Ma, anche ci fosse l'intenzione sincera di portare turisti nei nostri musei, sappiamo bene che questo genere di speranze sono sempre infondate: per esperienza personale, nei trent'anni trascorsi a dirigere musei pubblici e a concedere innumerevoli prestiti (riceviamo almeno un centinaio di richieste all'anno e oltre la metà non possiamo accoglierle) non ho visto arrivare un solo visitatore spinto fin qui da un nostro pezzo in mostra altrove. Malgrado ciò continuiamo a prestare le opere, ma lo facciamo per altri motivi, prima di tutto l' "interesse" dell'oggetto richiesto di essere coinvolto in un progetto scientifico coerente e materia di studio per gli specialisti del settore. Questo non ci porta visitatori in più ma aggiunge conoscenze al nostro patrimonio.
Per cui ritengo abbastanza maldestro il tentativo degli organizzatori di "Real bodies" di convincerci a prestare per quasi un anno la mummia con lo specchietto del "business" dei visitatori e della nostra convenienza.
In verità (e qui rispondo al signor Schiavon presidente degli albergatori di Jesolo che parla di "scivolone anacronistico") sono sempre più numerosi i musei che rifiutano i prestiti (avete provato a chiedere una mummia al Museo Egizio di Torino?), perché, a proposito di cittadini stufi di pagare per i costi dei servizi pubblici, c'è la sensazione che il patrimonio di tutti - mantenuto con difficoltà crescenti da parte di chi deve gestire musei - stia diventando una comoda risorsa per alcuni, intraprendenti organizzatori di mostre. Solo pochi si sono accorti di un fenomeno molto pericoloso: se, fino a qualche anno fa, queste imprese operavano per conto e sotto il controllo degli Enti pubblici ed erano solo uno strumento più comodo per bypassare le procedure contabili della pubblica amministrazione, ora agiscono in proprio (magari coi finanziamenti e dentro gli spazi pubblici!) ma all'esterno tutto appare come prima, sempre e solo all'insegna di nobili e generose finalità culturali. Guai a dirlo, però! E' meglio riempire i discorsi con le formule di gran moda sulla partecipazione dei privati alla gestione della cultura, ma questo vuol dire molto spesso che i soldi pubblici finanziano gli affari privati e non il contrario!
Così il mondo delle mostre è ormai dominato da queste organizzazioni che pretendono di servirsi a piacimento del patrimonio pubblico (gratuitamente o lanciando qualche piccola elemosina ai musei per salvare la faccia) e si indignano se ci si permette di rifiutare. Quando, poi, si intromette la politica, i toni si alzano e le situazioni si capovolgono: non è in torto chi vuole servirsi del bene pubblico per il proprio tornaconto, ma chi lo protegge dallo sfruttamento!
Non entro nel merito dei contenuti della mostra “Real bodies”, che semplicemente mi sembra non offra sufficienti motivazioni per ottenere in prestito un reperto prezioso della civiltà egiziana con tremila anni di storia, ma non posso accettare che chi fa decisamente un altro mestiere rispetto a quello della gestione di un museo pubblico si permetta di mettere in discussione le modalità con cui il patrimonio viene tutelato, in cui l'unico possibile riferimento non sono né le logiche del botteghino né le spinte della politica, ma il rispetto della legge e dei regolamenti dei musei.
Quanto alle mie dichiarazioni alla stampa, non voglio ovviamente nascondermi dietro la "semplificazione giornalistica" che pure c'è stata, e ritengo legittima la protesta degli albergatori di Jesolo se si sono sentiti offesi, ma non era mia intenzione attaccare nessuna categoria, bensì sottolineare che l'organizzazione era portatrice di interessi privati, che non sono da criminalizzare ma non possono neppure prevalere.
Di cattivo gusto e offensiva la mia battuta sull'onorevole Rubinato? Probabilmente sì, ma non è elegante neppure che la politica si intrometta in decisioni che spettano ai tecnici, come ormai è prassi corrente e quasi sbandierata. Il rispetto è dovuto a tutte le categorie di lavoratori, compresi i direttori dei musei che cercano di svolgere ancora un ruolo e si assumono responsabilità, nonostante tutto.
Faccio presente al signor Sindaco che le risposte sobrie, di carattere tecnico -scientifico che lui si sarebbe augurato, sono state fornite tempestivamente all'organizzazione, e che è stata proprio l'esagerata, insopportabile, pressione di cui io sono oggetto da un mese a questa parte a mettere a dura prova la mia pazienza.
E, comunque, come è evidenziato anche nell'articolo dell'altro ieri, io sono prossima al pensionamento. State tranquilli: la circolazione delle mummie sarà liberalizzata!

Maria Masau Dan
direttrice del Musei civici di storia ed arte e del Museo Revoltella

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