Questione di gusto. Tendenze del collezionismo ottocentesco
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L’intervento analizza l’affascinante mondo del collezionismo di quadri a Trieste nell’Ottocento, mettendo a confronto la raccolta pittorica personale di Ferdinando Massimiliano d’Asburgo con le maggiori collezioni triestine coeve, i cui dipinti – grazie alla liberalità dei loro proprietari che li hanno donati al Comune di Trieste – si conservano ora nelle istituzioni civiche: i Civici Musei di Storia ed Arte conservano la collezione Sartorio, nel museo omonimo, e le collezioni di Rosario Currò e Antonio Caccia nella quadreria dello stesso museo; un altro esempio luminoso è Pasquale Revoltella, mentre Niccolò Bottacin ha legato la propria raccolta ai musei civici di Padova. >>>
Nelle scelte emergono similitudini e differenze: per esempio Ferdinando Massimiliano, e come lui Antonio Caccia, predilige gli antichi maestri, mentre i collezionisti borghesi amano i dipinti di autori a loro contemporanei, mentre non è infrequente ritrovare gli stessi generi pittorici e gli stessi artisti in tutte le collezioni cittadine: un nome per tutti, Cesare dell’Acqua.
Francesca De Bei, laureata e specializzata in Storia dell’Arte Moderna, ha lungamente lavorato presso il Museo Storico del Castello di Miramare, Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia, contribuendo allo studio e alla valorizzazione del ricco patrimonio storico-artistico del Castello, tramite visite guidate tematiche, convegni, conferenze e mostre, concentrandosi in particolare sulle figure di Massimiliano e Carlotta e sulle vicende del castello negli anni ’30 del ’900.
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