A Carpi la mostra "Guareschi e Laureni, segni dai lager".
Realizzata dal Civico museo della Risiera di San Sabba a cura di Francesco
Fait e Anna Krekic,
e già allestita in Risiera in occasione del Giorno della Memoria 2011, e in seguito a Spinea (Venezia), è stata aperta ora a Carpi, nella Sala Cervi dell'antico Castello dei Pio la mostra"Guareschi e Laureni: segni
dai lager. Testimonianze di due internati militari".
Resterà aperta fino al 17 novembre con i seguenti orari: sabato e domenica 10-13 e 15-19.
All’inaugurazione, il 20 settembre, erano presenti Enrico Campedelli, Sindaco di Carpi, Marzia Luppi, direttrice Fondazione ex Campo Fossoli, Maria Masau Dan, direttrice del Museo della Risiera di San Sabba, Umberto Laureni, figlio di Nereo Laureni e assessore del Comune di Trieste.
La mostra racconta la vicenda degli Internati militari italiani (1943-1945) attraverso le parole di Giovannino Guareschi (1908-1968) e quasi 150 disegni eseguiti in prigionia dal grafico e incisore triestino Nereo Laureni (Trieste 1919-2008).
Resterà aperta fino al 17 novembre con i seguenti orari: sabato e domenica 10-13 e 15-19.
All’inaugurazione, il 20 settembre, erano presenti Enrico Campedelli, Sindaco di Carpi, Marzia Luppi, direttrice Fondazione ex Campo Fossoli, Maria Masau Dan, direttrice del Museo della Risiera di San Sabba, Umberto Laureni, figlio di Nereo Laureni e assessore del Comune di Trieste.
La mostra racconta la vicenda degli Internati militari italiani (1943-1945) attraverso le parole di Giovannino Guareschi (1908-1968) e quasi 150 disegni eseguiti in prigionia dal grafico e incisore triestino Nereo Laureni (Trieste 1919-2008).
Gli IMI furono quegli ufficiali e soldati dell’esercito
italiano che, dopo l’8 settembre 1943, si rifiutarono di collaborare con il
Reich e con la Repubblica di Salò e vennero pertanto imprigionati dai tedeschi
in campi di concentramento in Germania e Polonia dove furono costretti fino
all’aprile 1945 a condizioni di fame, malattie e stenti. Gli ufficiali e
sottoufficiali, non soggetti all’obbligo di lavorare, trascorsero quei lunghi
mesi immersi nella noia e nell’inazione che seppero tuttavia riempire con
disparate attività culturali, dal teatro alla musica alle arti figurative.
Giovannino Guareschi, celebre scrittore e giornalista,
creatore della saga di Don Camillo e Peppone, fu tra i principali animatori di
tali attività: come autore di “conversazioni”, piccoli racconti a tema letti
nelle varie baracche, e di testi per le messe in scena teatrali; come direttore
e redattore unico del Bertoldo parlato, vero e proprio giornale “orale”;
come scrittore infine di taccuini e agende che raccoglievano i suoi pensieri
sulla prigionia.
Nereo Laureni, di dieci anni più giovane di Guareschi, al
momento della cattura da parte dei tedeschi era uno studente di architettura.
Capace nel disegno, in prigionia espresse la propria creatività in oltre 150
fogli che ritraggono gli ambienti in cui si trovò tra il settembre 1943 e
l’aprile 1945, e in modo particolare le baracche, in metafisici esterni ma
soprattutto nei particolareggiati interni, pullulanti degli oggetti quotidiani
dei prigionieri.
Negli spazi espositivi del Castello dei Pio vengono
presentati al pubblico quasi 150 disegni di Nereo Laureni, prestati dalla
famiglia dell’artista, e brani tratti dagli scritti di Guareschi sulla sua
esperienza di internato, i cui diritti sono stati concessi dai figli Carlotta e
Alberto; in più, ad approfondire i temi toccati, ci sono oggetti e carte che
Laureni portò con sé dal lager.
Catalogo Edizioni Comune di Trieste, 2011 (168 pagine, 17
euro).
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