Immagini dal silenzio. Riproposta la prima mostra nazionale dei lager nazisti

In parallelo all’allestimento della mostra Guareschi e Laureni. Segni dai lager: testimonianza di due internati aperta nella Sala dei Cervi del Palazzo dei Pio di Carpi (v. notizia precedente) il Civico Museo della Risiera di San Sabba ospita fino al 17 novembre la mostra Immagini dal silenzio. La prima mostra nazionale dei lager nazisti attraverso l’Italia (1955 – 1960), inaugurata giovedì 3 ottobre alla presenza del sindaco di Trieste Roberto Cosolini e del sindaco di Carpi Enrico Campedelli.
La mostra, realizzata dal Comune di Carpi, dalla Fondazione ex campo di Fossoli e dall'Istituto storico di Modena, è stata curata da Marzia Luppi ed Elisabetta Ruffini con la consulenza scientifica di Alberto Cavaglion, e racconta, attraverso 30 pannelli didattico-documentari, la vicenda di un’altra mostra, allestita per la prima volta a Carpi (la città emiliana che ebbe il lager di smistamento di Fossoli) e quindi in decine di città italiane.
La mostra partita da Carpi l’8 dicembre 1955 ebbe un ruolo fondamentale nella costruzione di una memoria pubblica della deportazione in Italia nella seconda metà degli anni Cinquanta, prima del riflesso mondiale che ebbe il processo ad Adolf Eichmann celebrato in Israele nel 1961. Essa fu nelle maggiori città e nei piccoli centri dell’Italia centro-settentrionale, ed ovunque suscitò emozioni, interrogativi e discussioni. A Roma, un padre riconobbe il proprio figlio in una delle foto in mostra, a Ferrara si identificò allo stesso modo un professore di greco e latino che non era tornato dai lager.
A Torino, nel novembre del 1959, un’alunna di seconda media scrisse alla rubrica “Lo specchio dei tempi” de “La Stampa” firmandosi “La figlia di un fascista che vorrebbe sapere la verità”, affermando di essere stata a vedere la mostra e rendendo conto del dibattito che la mostra aveva suscitato: “C’è chi dice che c’è dell’esagerazione e chi asserisce che è tutto vero. Qualcuna delle mie compagne dice che ‘se quelle cose fossero veramente avvenute, sui nostri libri di storia ci sarebbe qualche traccia’”. 
Il campo di concentramento di Fossoli /Carpi

Immediata fu la risposta di Primo Levi, allora praticamente uno sconosciuto, benché avesse già pubblicato per un piccolo editore il suo capolavoro “Se questo è un uomo” che aveva avuto scarsissima circolazione. Levi scrisse alla medesima rubrica per conto dell’Associazione ex deportati, affermando che quella della ragazza era la lettera che stavano aspettando.
Aggiunse poi:
“No signorina, non c’è modo di dubitare della verità di quelle immagini. Quelle cose sono proprio avvenute, e sono avvenute così: non secoli addietro, ma 15 anni fa e nel cuore di questa nostra Europa. Chi ne dubita, non ha che da prendere un treno e da visitare quanto resta di quei tristi luoghi. E neppure occorre: qui nella nostra città, sono decine i testimoni oculari; sono migliaia coloro (anche donne, anche bambini: bambini!) che sono finiti confusi in quei mucchi d’ossa e testimoniano con la loro assenza, col vuoto che hanno lasciato.”
La mostra, a ingresso gratuito, è visitabile tutti i giorni, festivi compresi, con orario continuato dalle ore 9 alle ore 19.

altre notizie dal Civico Museo della Risiera di San Sabba

Deportati italiani a Berlino e nel Brandeburgo (1943 – 1945), II
Italienische Deportierte in Berlin und Brandenburg (1943 – 1945), II

Sabato 5 ottobre, alle ore 10.30, nell’ambito della visita a Trieste di un gruppo dell’Università popolare di Berlino, è stato presentato il libro Deportati italiani a Berlino e nel Brandeburgo (1943 – 1945), II/ Italienische Deportierte in Berlin und Brandenburg (1943 – 1945), II presso la Sala conferenze del Civico museo della Risiera di San Sabba, monumento nazionale.
Il libro, scritto da Bodo Foerster e Gianfranco Ceccanei ed edito a Berlino, ricostruisce tra le altre cose con chiarezza la storia del lager di Belzig, sottocampo di Ravensbrueck, soffermandosi in particolare sulla vicenda di alcune prigioniere friulane e giuliane che vi furono deportate.
La presentazione è stata curata dall’ANED, Associazione ex deportati di Trieste e dall’Università popolare di Berlino, e l’introduzione affidata allo storico e Vicepresidente dell’Associazione Gianfranco Cecotti.

info
Civico museo della Risiera di San Sabba, Monumento nazionale via Palatucci 5
tel 040 – 826202
risierasansabba@comune.trieste.it
www.risierasansabba.it











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