La fotografia: Giappone e Cina in posa
Vale la pena riprendere l'argomento del terzo incontro del ciclo organizzato dalla Fototeca dei Civici Musei di Trieste, curato da Elisa Vecchione il 12 febbraio 2014. Nella prima parte la relatrice ha parlato dello studio
monografico realizzato sul fotografo Wilhelm J. Burger (1844-1920). Nelle collezioni della fototeca, infatti, è emerso un nucleo di fotografie,
formato carte de visite, pervenute
all'istituto da diverse donazioni, tutte riconducibile allo studio del fotografo
austriaco.Attraverso le poche notizie a
disposizione, per la maggior parte ricavate dai viaggi compiuti, dai lavori
svolti e dai premi vinti, è stato possibile ricostruire, in parte, la vita e
l'attività lavorativa di questo professionista che si è rivelato essere
un'importante esponente della fotografia di viaggio della seconda metà
dell'Ottocento.
Il percorso compiuto quasi a ritroso, attraverso i pochi e frammentari elementi a disposizione, ha permesso di delineare un quadro che rivela la figura di un uomo che dedicò tutta la vita alla sua professione, soprattutto alla fotografia etnografica e di viaggio, contribuendo così, con la sua opera, ad offrire una visione del mondo, seppur parziale, ai contemporanei e ai posteri.
La Vecchione ha approfondito, attraverso questa esposizione biografica, il discorso sulla Scuola di Yokohama, la Yokohama Shashin, e sui più importanti esponenti della fotografia delle origini in Giappone, quali Shimooka Renjō (1823-1914), e Ueno Hikoma (1838-1904), con la quale il fotografo ebbe contatti.
La seconda parte dell’incontro è stata dedicata alla fotografia in Cina nella seconda metà dell'Ottocento. Seppur attraverso poche immagini a disposizione, una breve introduzione sulle condizioni politico-sociali del paese, ha permesso di analizzare questi materiali, sia da un punto di vista stilistico che compositivo, per riuscire a cogliere le motivazioni che hanno guidato i fotografi dell'epoca, sia stranieri che locali, a compiere determinate scelte narrative. Di rilievo, il ruolo della fotografia, nella trasmissione di un immagine a volte negativa, tesa a legittimare la politica coloniale che l'Europa stava in quegli anni attuando nel paese.
www.fototecatrieste.it
Il percorso compiuto quasi a ritroso, attraverso i pochi e frammentari elementi a disposizione, ha permesso di delineare un quadro che rivela la figura di un uomo che dedicò tutta la vita alla sua professione, soprattutto alla fotografia etnografica e di viaggio, contribuendo così, con la sua opera, ad offrire una visione del mondo, seppur parziale, ai contemporanei e ai posteri.
La Vecchione ha approfondito, attraverso questa esposizione biografica, il discorso sulla Scuola di Yokohama, la Yokohama Shashin, e sui più importanti esponenti della fotografia delle origini in Giappone, quali Shimooka Renjō (1823-1914), e Ueno Hikoma (1838-1904), con la quale il fotografo ebbe contatti.
La seconda parte dell’incontro è stata dedicata alla fotografia in Cina nella seconda metà dell'Ottocento. Seppur attraverso poche immagini a disposizione, una breve introduzione sulle condizioni politico-sociali del paese, ha permesso di analizzare questi materiali, sia da un punto di vista stilistico che compositivo, per riuscire a cogliere le motivazioni che hanno guidato i fotografi dell'epoca, sia stranieri che locali, a compiere determinate scelte narrative. Di rilievo, il ruolo della fotografia, nella trasmissione di un immagine a volte negativa, tesa a legittimare la politica coloniale che l'Europa stava in quegli anni attuando nel paese.
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