Trieste alla vigilia della Grande Guerra: ciclo di incontri
Dal 5 al 26
marzo, a Palazzo Gopcevich (Sala Bobi Bazlen), ogni mercoledì, con inizio alle
17.30, si terrà un ciclo di conferenze intitolato “1900-1914 a Trieste. Gli
anni tormentati d’inizio secolo”, a cura di Claudia Morgan,
coordinatore della Fototeca dei Civici musei.
Il patrimonio conservato presso la Fototeca dei Civici musei è ricco di documentazione relativa allo sviluppo della città dagli inizi del Novecento sino alla prima metà del 1914, anni di grande fermento e di notevoli cambiamenti.
Il patrimonio conservato presso la Fototeca dei Civici musei è ricco di documentazione relativa allo sviluppo della città dagli inizi del Novecento sino alla prima metà del 1914, anni di grande fermento e di notevoli cambiamenti.
Dalla
panoramica che offre questa documentazione si può evincere quale grande
sviluppo ha avuto la città, quasi a conclusione di uno slancio iniziato nella
seconda metà dell’Ottocento, supportato sia dall’amministrazione statale e
comunale sia dall’imprenditoria privata.
La città si espande in modo da valorizzare i poli economico e commerciale, legati al porto e ai cantieri, ma è anche attenta allo sviluppo delle periferie sempre più fittamente abitate dal ceto operaio e dai nuovi immigrati. Si attuano le trasformazioni in un tempo brevissimo: ne sono interessati lo skyline delle rive, le piazze, le periferie, la viabilità, i luoghi pubblici.
La città si espande in modo da valorizzare i poli economico e commerciale, legati al porto e ai cantieri, ma è anche attenta allo sviluppo delle periferie sempre più fittamente abitate dal ceto operaio e dai nuovi immigrati. Si attuano le trasformazioni in un tempo brevissimo: ne sono interessati lo skyline delle rive, le piazze, le periferie, la viabilità, i luoghi pubblici.
La città è
lo scenario che gli abitanti frequentano e scelgono, il nucleo centrale era ed
è compattamente affidato alla borghesia liberale che vi investe e lo
abbellisce, mentre la periferia continua la propria crescita disordinata.
L’Ufficio tecnico del Comune scende in campo mettendosi al lavoro sui fronti di
propria competenza: igiene, illuminazione, fognature, acquedotto, servizi. Si
inizia nei primissimi anni del Novecento a progettare una viabilità che crei
delle direttrici regolari.
I fotografi sono i testimoni ufficiali dei mutamenti, le loro vedute, che si diffondono in formato cartolina o vengono esposte negli atelier ne sono la prova, talvolta hanno incarichi ufficiali, Pietro Opiglia fotografo della Fototeca dei Civici musei ne é un esempio, altre volte sono i proprietari di famosi studi fotografici, quali Wulz, Ramann, Scrinzi, Sebastianutti e Benque, che si muovono da professionisti con o senza incarichi, da ultimo si devono tenere in considerazione i fotografi di strada e i dilettanti che coltivano un hobby non più dispendioso. Con le loro macchine si spostano a produrre servizi, a essere presenti nei momenti cruciali. Anche alle manifestazioni politiche.
La loro opera va studiata da più punti di vista: è un documento storico, è un’opera d’arte nei casi di fotografi famosi, è un documento di un archivio e come tale va analizzato, è un documento di un collezionista che è legato alla storia della città, è un documento che attesta comportamenti, costumi, moda. La macrostoria e la microstoria si fondono e confondono.
I fotografi sono i testimoni ufficiali dei mutamenti, le loro vedute, che si diffondono in formato cartolina o vengono esposte negli atelier ne sono la prova, talvolta hanno incarichi ufficiali, Pietro Opiglia fotografo della Fototeca dei Civici musei ne é un esempio, altre volte sono i proprietari di famosi studi fotografici, quali Wulz, Ramann, Scrinzi, Sebastianutti e Benque, che si muovono da professionisti con o senza incarichi, da ultimo si devono tenere in considerazione i fotografi di strada e i dilettanti che coltivano un hobby non più dispendioso. Con le loro macchine si spostano a produrre servizi, a essere presenti nei momenti cruciali. Anche alle manifestazioni politiche.
La loro opera va studiata da più punti di vista: è un documento storico, è un’opera d’arte nei casi di fotografi famosi, è un documento di un archivio e come tale va analizzato, è un documento di un collezionista che è legato alla storia della città, è un documento che attesta comportamenti, costumi, moda. La macrostoria e la microstoria si fondono e confondono.
Si è voluto
prima delle celebrazioni del 1914 porre un particolare accento su La città che
cresce alludendo alle suggestioni del pittore Umberto Boccioni, sulle
trasformazioni urbanistiche, percorrendo le rive, l’attività del porto, incluso
l’arsenale del Lloyd e gli stabilimenti balneari, le manifestazioni meteoriche
“gli stratempi”, il liston. Si passa quindi all’architettura civile e privata
per evidenziare i grandi interventi di viabilità e di abbellimento delle
piazze, in particolare Piazza Vittorio Veneto, Piazza della Repubblica, Piazza
Unità. L’apoteosi finale spetta alle cartoline, che incominciano a diffondersi
a livello mondiale agli inizi del Novecento e che diventano una forma di
comunicazione rapida, efficiente e ricca di suggestioni visive e a loro volta
possono essere testimonianza dei cambiamenti storici. La documentazione è così
ricca che si è scelto di mostrarla in un percorso a tappe, ma per chi non potrà
seguirla dal vivo la potrà scoprire sul sito web della Fototeca
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