Ultimi giorni per visitare la mostra delle porcellane italiane


“Bussolotti alla cinese dipinti con camicia nera matto e figure cinesi a colori matti e oro con bordi oro”: così viene descritto nei Registri della Manifattura Ginori del 1814 un tipo di tazzina con piattino di cui possiamo vedere un esemplare perfetto nella mostra “Porcellane italiane della collezione Lokar” aperta a Museo d’arte orientale di Trieste fino al 9 marzo.
La manifattura fu fondata a Doccia nel 1737 (proprio nell’anno in cui moriva l’ultimo dei Medici e la Toscana passava ai Lorena) dal marchese Carlo Ginori, figura di spicco a livello scientifico, politico e culturale, che attivò la produzione di porcellana dura in una villa nei pressi della tenuta che la famiglia possedeva nella zona fin dal XVI secolo. I Ginori ne mantennero la proprietà fino al 1896 quando la fabbrica si fuse con la ceramica Richard di Milano. Fin dall’inizio la produzione si distinse per originalità e raffinatezza.

La tazzina cilindrica con manico ad angolo retto e il piattino sono decorati a fondo blu scuro opaco con un motivo a cineserie in oro di colori diversi: sulla tazzina la decorazione si presenta a fregio continuo, con figure di cinesi rappresentati in attitudini differenti sopra una base di zolle erbose, mentre sul piattino è raffigurata una scena di due cinesi entro una riserva rotonda filettata in oro. L’interno della tazzina, il manico e i bordi della tazza e del piattino sono dorati. La decorazione si presenta di grande raffinatezza, con un’alternanza di superfici “matte” (opache, dal francese “mat”) e lucide con una notevole qualità dell’oro e della esecuzione pittorica, utilizzata a partire dal 1807, grazie alla presenza in fabbrica di pittori Giovanni David, dal 1807, e Francesco Giuseppe de Germain, dal 1813. Benché tazzine a fondo nero decorate a cineserie e oro siano state prodotte dalla fine del XVIII secolo dalla manifattura di Vienna (ne è un esempio la tazza di destra a fondo rosso), in questo caso la tipologia della tazzina potrebbe avere un riferimento iconografico con quanto prodotto a Sevres fra la fine del XVIII secolo e gli inizi del XIX.

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