LA CANTINA. Un’avventura cultural-teatrale nella Trieste degli anni Sessanta

«La Cantina: un’avventura cultural-teatrale nella Trieste degli anni Sessanta» è il titolo della conversazione proposta da Emilio Medici, quale decimo appuntamento con il ciclo 2012-2013 dei «Lunedì dello Schmidl», lunedì 28 gennaio presso la Sala “Bobi Bazlen” al piano terra di Palazzo Gopcevich.
Sorto a Trieste nel 1957 quale circolo culturale privato, La Cantina ebbe grande rilievo nel mondo teatrale anche a livello nazionale. Tutto nasce da un gruppo di amiche, colte e curiose, che si riunisce per discutere di teatro contemporaneo e per tradurre e poi leggere i testi dei maggiori autori europei del teatro d’avanguardia. Successivamente, l’associazione trova sede proprio in una cantina e qui mette in scena alcuni spettacoli dei più interessanti autori del Dopoguerra come Genet, Beckett, Ionesco, Kopit. Il primo allestimento è addirittura la prima assoluta in lingua italiana di Fin de partie dell’allora ancora poco conosciuto Samuel Beckett. Gli allestimenti si avvalgono delle scene di Marcello Mascherini, uno degli animatori del club. Alle rappresentazioni contribuiscono alcuni attori dell’appena sorta compagnia del Teatro Stabile della Città di Trieste, tra cui un giovane Gian Maria Volontè che alla Cantina interpreta il monologo di Beckett L’ultimo nastro del signor Krapp. Attraverso i documenti del Fondo “La Cantina” istituito presso il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl” a seguito della donazione, nel 1984, di Alma Dorfles, Emilio Medici ripercorre le tappe salienti di questa affascinante avventura culturale, nata quasi per gioco, che ha animato la vita culturale triestina fino al 1977.

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