14 aprile, ingresso libero per i residenti, cosa c'è al Museo del Risorgimento


Nell’ambito dell’iniziativa “Il Museo? Casa mia” del mese di aprile il Civico Museo del Risorgimento presenta al pubblico un’opera, abitualmente non esposta, eseguita nel 1934 dal pittore triestino Dyalma Stultus (Trieste 1901-Darfo/Brescia 1977). 

Si tratta di un olio su compensato, acquistato dai Civici Musei di Storia ed Arte il 9 aprile 1968, che raffigura Guido Slataper (Trieste 1897-1969), fratello minore di Scipio, mentre è in procinto di conquistare la vetta del Monte Santo il 14 maggio 1917.

Guido Slataper, infatti, fu uno dei protagonisti delle vicende della decima battaglia dell’Isonzo combattuta fra il 12 maggio e il 5 giugno 1917 dalle truppe italiane contro quelle austriache. La decima battaglia ebbe luogo lungo il corso del fiume Isonzo e fu caratterizzata da un bombardamento a tappeto delle postazioni austro-ungariche lungo tutta la linea del fronte da Tolmino al mare. L’obiettivo era quello di rompere il fronte per raggiungere Trieste.
Quando ormai sembrava che il successo fosse in mano agli italiani e che la linea difensiva austriaca stesse per cedere completamente, gli austriaci riuscirono a organizzare e a lanciare una controffensiva che tolse all’esercito italiano quasi tutte le zone conquistate.
Il 14 maggio Guido Slataper fece parte delle unità della Brigata Campobasso appartenente alla III Armata che riuscirono a impadronirsi della vetta del Monte Santo. Furono, però, costrette a ripiegare a causa del violento contrattacco sferrato dagli austriaci durante la notte di quello stesso giorno; Guido Slataper, tenente del 230° Reggimento Fanteria e comandante del III battaglione, rimasto con pochi compagni e senza munizioni, dopo aver lottato con coraggio contro i nemici, venne fatto prigioniero.
Questa la motivazione del conferimento della medaglia d’oro al valor militare ottenuta a seguito del R.D. del 7 febbraio 1924:

“Volontario irredento, rinunciava ad essere inviato nelle retrovie e, benché in menomate condizioni fisiche per precedente ferita, partecipava volontariamente al comando della sua compagnia a un’azione di particolare importanza, trasfondendo, col suo esempio, entusiasmo, slancio ed ardimento nei dipendenti, trascinandolo sotto violento fuoco d’artiglieria, mitragliatrici e fucileria, alla conquista di forte e ben munita posizione, il cui possesso avrebbe avuto conseguenze decisive in quel tratto del fronte. Oltrepassate le trincee avversarie, catturava numerosi nemici, organizzava la difesa sul rovescio della posizione, e su questa resisteva ad oltranza, quantunque conscio del grave pericolo che affrontava, come irredento, qualora fosse stato fatto prigioniero. Rimasto con pochi superstiti, esaurito ogni genere di munizioni ed accerchiato, dopo aspra lotta corpo a corpo cadeva in mano al nemico. Fulgido esempio di amor di Patria, di cosciente valore e spirito sublime di sacrificio.

Monte Santo, 14 maggio 1917”.

Nel dipinto di Stultus Guido Slataper, seguito a breve distanza da alcuni compagni armati di fucile, sta per arrivare in vetta al Monte Santo. La mano destra impugna una pistola, quella sinistra sta togliendo da sotto la giacca il tricolore italiano da far sventolare sulla cima conquistata. Lo sguardo del soldato è teso a individuare eventuali insidie.
Il paesaggio, pur facendo emergere la durezza del Carso, in particolar modo manifesta nei tronchi mozzi e nei rami secchi di alcuni alberi, tutta la tragicità della guerra e lascia trapelare, dai toni lievi e dal corso pacato del fiume, un senso di quiete e di speranza.
Solo il rosso sulle pietre in primo piano prelude a un imminente pericolo.





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