Ascoltare Verdi dal grammofono

È ancora nel nome di Giuseppe Verdi, nella ricorrenza del secondo centenario della nascita, l’appuntamento con i "Lunedì dello Schmidl" in programma a Trieste lunedì 18 febbraio con inizio alle 17.30 presso la Sala “Bobi Bazlen” al piano terra di Palazzo Gopcevich (Via Rossini 4): «Verdi a 78 giri» è il titolo della conversazione con ascolti di cui saranno protagonisti Vincenzo Ramon Bisogni e Paolo Venier. L’incontro è il tredicesimo del ciclo intitolato “I lunedì dello Schmidl”, curato da Stefano Bianchi, conservatore del museo. >>>
«Alla discografia verdiana - spiega Bisogni - è stata da sempre riservata la dovuta preminenza fin dagli esordi del disco, più che centenario medium per la fruizione della cosiddetta "Home Music", la Musica in casa, riservata ai non molti privilegiati a cui era consentito il possesso di un adeguato grammofono su cui far girare i neri "padelloni" carpendone suoni e voci a mezzo di costose puntine di acciaio. Ne mutuarono risonanza e celebrità internazionale le non molte voci che si prestarono ad incidere arie e canzoni superando l'impatto con una tecnologia pionieristica che difficilmente ne riproduceva al meglio le doti. Tra questi, intelligentemente presago dell'importanza dell'innovazione tecnologica, si pose Enrico Caruso e, al suo seguito, altre voci in gran parte mediterranee (Pasquale Amato e Rosa Ponselle) che, per rotondità e sensuose rifrazioni del timbro, meglio si prestarono a suscitare convinti entusiasmi. Dalle incisioni cosiddette acustiche dei primordi, attraverso quelle elettriche di poco successive, fino ad arrivare ai fedelissimi Long Playing in vinile, se non addirittura all'alquanto algido Compact Disc dei giorni nostri, il nome di Verdi ha giganteggiato senza problemi in innumerevoli incisioni operistiche, cedendo spazio solo al miracolo-Puccini». Questo nuovo appuntamento con i Lunedì dello Schmid è dunque dedicato alle prime (e seconde) testimonianze discografiche verdiane: una rara “avventura” d’ascolto, rigorosamente con un grammofono del primo Novecento, resa possibile grazie all’appassionato contributo (tecnico e di collezionista) di Paolo Venier ed all'esperienza a lungo vissuta “sul campo” della vocalità da Vincenzo Ramon Bisogni. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.

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