Ecco lo scarabeo del cuore


Da oggi torna in esposizione al Civico Museo di Storia ed Arte – Orto Lapidario lo scarabeo del cuore in cartonnage appartenente alla collezione egizia del Museo Civico, restaurato con il finanziamento del Progetto“Rotary per la Regione” ed il contributo del Rotary Club Trieste Nord, promotore del Service.
L’intervento di restauro, di pulizia e consolidamento, è stato affidato alla ditta Nicola Restauri di Torino e Aramengo (Asti) specializzata negli interventi sui diversi materiali dell’antico Egitto, in particolare sulle mummie e sui sarcofagi e cartonnage. >>>

Lo scarabeo in oggetto era posto ad ali aperte a protezione del cuore, sistemato sopra le bende della mummia, sul petto; è realizzato in un materiale caratteristico della produzione egizia, simile a un cartone creato con la sovrapposizione di strati di papiro e tessuto uniti da gesso, la cui superficie stuccata veniva dipinta.
Nel nostro caso il materiale è sagomato a raffigurare uno scarabeo blu ad ali aperte che regge tra le zampe anteriori il disco solare del mattino, in colore rosso, e tra le zampe posteriori l’anello shen, simbolo di eternità. Le ali sono dipinte di rosso, mentre le piume sono blu scuro.
Un particolare prezioso: i contorni delle piume e i dettagli del corpo dello scarabeo sono stati messi in evidenza per mezzo di una sottile linea d’oro, costituita da piccoli rettangoli allungati di foglia d’oro applicati uno dopo l’altro.
Sull’altra faccia, quella che doveva essere a contatto con le bende della mummia, fatto del tutto inconsueto, tanto che appare come un unicum, è stato tracciato su fondo bianco “frettolosamente” con un calamo (penna di giunco) intinto in inchiostro nero un testo distribuito in 12 righe sul corpo e in 5 righe sulle due ali, a coprire l’intero campo; le righe non passano da un pezzo all’altro come fosse un’unica superficie scrittoria, ma si leggono da destra a sinistra separatamente per i tre pezzi. I caratteri non sono in geroglifico, bensì nella scrittura che prende il nome di ieratica e che costituisce una grafia corsiva, sempre esistita in Egitto in parallelo con la scrittura monumentale dei geroglifici.
La lettura del testo, che oggi risulta di difficile interpretazione e in alcuni punti ormai irrimediabilmente compromessa, è stata curata dal prof. Franco Crevatin dell’Università di Trieste: ricorda il nome del proprietario Cia-en-Khonsu e riporta una serie di nomi di divinità.
Lo scarabeo si data al III secolo a.C., al periodo Tolemaico, seguito alla conquista dell’Egitto da parte di Alessandro Magno nel 332 a.C., e costituisce un prezioso arricchimento per la collezione egizia di Trieste essendo l’unico pezzo in scrittura ieratica, accanto ai molti in geroglifico (incisi su stele e sarcofagi in pietra o dipinti sui tre sarcofagi lignei e su molte statuine) e in geroglifico corsivo tracciato su quattro splendidi fogli di papiro, di altissima qualità e ricercatezza, risalenti al XV secolo a.C.
Si sottolinea l’importanza del sostegno offerto al Museo dal Rotary Club Trieste Nord con questo primo restauro, realizzato anche grazie all’interessamento del Centro Egittologico “Claudia Dolzani” di Trieste, con gli auspici che si ponga come il primo tassello di una collaborazione destinata a più consistenti interventi di restauro per valorizzare la nostra collezione egizia, una delle più belle raccolte italiane e l’unica nella Regione.

 

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